08 aprile 2009

Giovan Battista D'Alfio (25/4/1945 - 28/3/2018)

Quando decisi di creare una nuova sezione del blog dedicata a questi intimi momenti personali, mi rendevo conto di realizzare uno spazio dove si sarebbe respirata un’atmosfera mistica, pervasa da una doverosa tristezza, ma intrisa di amabili ricordi. Da un qualche tempo, quando momenti di pacata riflessione mi spingono a rispolverare gl'indelebili ricordi di questa sobria rassegna, la tristezza diventa il leitmotiv che mi guida in questo viaggio a ritroso. Ripercorrere questo microcosmo sentimentale è diventato una vera “Via Crucis” affettiva. Forse sarà l’incedere inesorabile del tempo, che incombe minaccioso?! In seguito a tali riflessioni, avevo pensato di abbandonare questo nostalgico e non facile percorso, ma, come fulmine a ciel sereno, mi è giunta la triste notizia della dipartita di uno dei miei cari amici d’infanzia e ho avvertito l’impulso morale di dedicare, anche a lui, un ricordo in questa mia nicchia evocativa. Conoscevo Giovanni sin dalla primissima adolescenza, e  abbiamo condiviso un bel tratto del nostro percorso esistenziale. Pur non avendo seguito lo stesso iter scolastico (lui aveva scelto come indirizzo di studi superiori l’Istituto Nautico), condividevamo gli stessi amici, in una salda e variegata comitiva. Una miriade di ricordi di quel periodo spensierato, che ci ha visto entrambi protagonisti, mi assale e mi travolge vorticosamente. Dai primi calci al pallone nei vari campetti di periferia, ai campionati giovanili al Nino Vaccara, alle immancabili gioiose scampagnate, momenti formativi e corroboranti della nostra esistenza giovanile, dove regnavano semplicità, serenità e sani principi. Il sabato sera spesso si faceva la questua, in piazza, per racimolare le cento lire per andare al cinema. Indimenticabili le lunghe passeggiate serali a circumnavigare il virtuale perimetro murario del centro storico, che eseguivamo sino a stancarci, per poi approdare in pazza Mokarta dove ci attendevano le sedie impilate del Bar Sardo per conversare del più e del meno sino a notte fonda. Altro periodo splendido, quello del raduno domenicale a casa Buffa, dove la gentile mamma di Gianni ci accoglieva amorevolmente, per seguire insieme la trasmissione radiofonica il “Calcio minuto per minuto”. Quella popolare trasmissione ci vedeva impegnati allo spasimo per novanta minuti, da avversari perché tifosi di squadre diverse, ma, anche idealmente uniti, perché giocavamo l’immancabile schedina comunitaria al Totocalcio, la stanza si trasformava immancabilmente in una bolgia infernale. Abbiamo percorso un bel tratto della nostra vita comunitaria in sintonia, poi, come avviene spesso, le varie vicissitudini del quotidiano vivere, inevitabilmente ci allontanano. Abbiamo intrapreso un percorso professionale che ci vedeva impegnati su fronti diversi, ma nonostante ciò, con lui, mantenevo un buon rapporto dato che io avevo lo studio medico in via San Pietro e lui l’ufficio in via Luigi Vaccara. Spesso ci vedevamo e ci scambiavamo le indiscrezioni sui nostri immancabili problemi professionali, politici e sociali. Non dimenticherò mai un episodio di quando decise di diventare il primo cittadino. Un giorno, durante la campagna elettorale, lo vedo arrivare trafelato perché doveva prendere un’importante decisione politica e mi disse: “Caro Pino, Rosario non è in sede, e siccome ti considero come un fratello, ho da chiederti un consiglio”. Come al solito, con la mia proverbiale schiettezza, gli esposi il mio pensiero, e lui mi salutò regalandomi il suo malizioso sorriso. Potrei scrivere fiumi di parole per ricordare il nostro vissuto, ma non lo ritengo utile, preferisco spendere qualche parola su Giovanni, come persona. E’ stato un serio professionista, apprezzato e stimato. Quando nel 1995 il popolo, con voto plebiscitario, lo chiamò a reggere le sorti della nostra comunità come sindaco, è stato un fulgido esempio d’onestà intellettuale e gestionale, una mosca bianca in un ginepraio di arrivisti e mistificatori politici. Si è fatto apprezzare anche dagli avversari politici per la sua coerenza e fede nella giustizia amministrativa. E’ stato incondizionatamente innamorato della sua Graziella sin dalla giovinezza ed è stato un padre amorevole e amato. I suoi meriti caratteriali superavano di gran lunga i suoi pochi demeriti, che occasionalmente ci vedevano su piani diversi, ma sempre sinceramente competitivi. E’ stato permeato durante tutta la sua esistenza terrena da un’incrollabile Fede religiosa, che l’ha sempre guidato nella sua azione sociale (cito per tutte la sua adozione a distanza di un bambino africano). Per questa serie di motivazioni era stimato dalla gente comune ed ha lasciato una traccia indelebile di sana moralità. Ha tramandato un’eredità di oculata gestione della cosa pubblica, rompendo gli sclerotici schemi del passato, che dovrebbe essere presa ad esempio da coloro che si occupano delle vicende politiche cittadine.
Addio caro Giovanni, occuperai sempre un posto speciale nel mio cuore, assieme a quello di tanti altri amici che ci hanno lasciato prematuramente.


Questa foto risale all'epoca in cui io ricoprivo la carica di presidente dell'Associazione Amici del Museo Diocesano e lui quella di Primo Cittadino. Ed eravamo in polemica per il sostegno d'apportare al Museo Diocesano


7 commenti:

Pino Asaro ha detto...

Caro Pino, non potevi fare un ritratto migliore di quello che era e sarà sempre nei nostri cuori il carissimo Giovanni. Una persona, seria, onesta, schietta, religiosa, di sani principi e valido amministratore della cosa pubblica. Lo conoscevo dalle elementari e per me era come un fratello. E' l'unico con cui potevo permettermi nelle schermaglie sportive di dialogare liberamente senza trascendere. Mi rimarrà sempre in mente il suo sorriso e la sua loquacità. Purtroppo come canta Renato Zero tutti dobbiamo salire sul carrozzone, perchè la vita è bella, ma sa anche essere crudele. Dentro di me c'è da tempo una persona che non dimenticherò mai, ora si aggiunge anche Giovanni, chissà che non siano, per ora, assieme.

Mariantonia Pacetto ha detto...

Grazie Pino, come sempre nelle commemorazioni sei grande, hai aggiunto una altra pagina preziosa al tuo blog , ricordi d'infanzia, ricordi d'una amicizia nata da bambini e cresciuta poi sui banchi della vita ,esempio di come dovrebbe essere l'amicizia vera e preziosa nutrita da stima e da ammirazione. La figura di Giovanni uomo onesto, integro , generoso, buono, resta dopo le tue parole, cara e indimenticabile nei nostri ricordi!Cciao

Diana Buffa ha detto...

Ho un affettuoso ricordo di Giovanni, del suo sorriso, della sua gentilezza e della sua disponibilità, come persona come persona di scuola e come amministratore della nostra città. Lo ricordo anche, come ragazzo quando partecipava alle scampagnata allegro spensierato e gioioso. Lascia un vuoto che sarà difficile colmare. Ciao Giovanni

Catia Catania ha detto...

Caro Giovanni, ci hai lasciato cosi, all'improvviso, increduli e addolorati, senza un saluto, tu che da qui (FB) ci salutavi tutte le mattine. Un' ultima volta, avrei tanto voluto sentirti e salutarti. Mi mancherai, mi mancherà la tua presenza affettuosa e gentile, mi mancheranno le nostre chiacchierate. Mancherai a tutti noi che ti abbiamo voluto bene. La tua amicizia e il tuo affetto sono stati preziosi, per me. Continuerai ad essere il mio Sindaco, anche da lassù, ed io continuerò ad ascoltare i tuoi racconti, i tuoi aneddoti, i tuoi consigli. Sei stato un Maestro, un esempio, una luce sempre accesa sulla nostra storia e sulle nostre vite.
Grazie, grazie per tutto, caro amico mio.

Concetta Oretano ha detto...

Amico da sempre e sempre... sempre nel mio cuore. Mi mancherà il tuo buongiorno quotidiano, mi mancheranno il tuo sorriso, la tua simpatica, amabile, intelligente ironia, la tua lealtà, la tua saggezza... ma la fede e lo spirito religioso che ci hanno accomunato mi dà la certezza che ci rivedremo! Tu ci hai solo preceduto, hai raggiunto prima di noi la fine del sentiero terreno che stiamo percorrendo! Arrivederci caro, "vecchio" amico mio, non ti dimenticherò e non ti mancherà mai la mia preghiera!

Catia Catania ha detto...

Gli ho voluto bene come a un padre, a uno zio, a un maestro, ad un amico. Lo porterò sempre nel mio cuore.

Giancarlo Di Simone ha detto...

Una persona veramente speciale